Solitamente la chiesa cattolica festeggia i santi nella data di morte. Ultimamente vengono fatte anche altre scelte perché ormai il santorale è strapieno e non si può scacciarne uno per accogliere l’altro più recente. Con la Vergine Maria, san Giovanni il Battista (non a caso definito il più grande fra i nati da donna) è l’unico santo di cui si fa memoria sia della nascita che del martirio.
Il vangelo odierno ci narra quanto macabra fosse stata la sua ultima giornata. Una fine orripilante, spietata, simile alle tante morti cui assistiamo ancora oggi, nella società contemporanea. Sto pensando non solo ai quei cristiani che ogni anno nel mondo vengono massacrati, alla faccia dei diritti inalienabili. Ma anche a quelle esecuzioni laiche, i giornalisti dell’est sovietico e asiatico per esempio, che si stanno diffondendo sempre più. Quelli che danno fastidio perché dicono la verità, via! Tolti dai piedi.
Migliaia di innocenti sono straziati a causa delle guerre e della violenza che alberga nel cuore dell’uomo. Come qui. Violenza rabbiosa di una donna, Erodiade, che in linea con alcune figure femminili bibliche terribili (tipo Gezabele o Dalila) hanno già deciso in cuor loro di far fuori il profeta o l’uomo di Dio. Astuta e corrotta concubina assetata di potere, che passa dal letto all’altro. Violenza psicopatologica di una ragazza tanto graziosa quanto lasciva Salome, stranamente in simbiosi con la madre (solitamente questo genere di persone sono in competizione), che si rende fatale e crudele strumento dell’atroce omicidio. Violenza becera e meschina del re Erode, che in ciò che di regale gli è rimasto (un briciolo di coscienza) ascoltava volentieri tramite il Battezzatore i messaggi divini, ma che non esita a farlo giustiziare timoroso di rendersi ridicolo agli occhi altrui.
Danza macabra, ma non come quella dipinta sulla chiesa di Pinzolo che parla della morte come momento finale che attende tutti al varco…ma come “altra” esecuzione capitale, altra “croce” che ha fatto del cugino Giovanni il precursore di Gesù Messia…
L’unico.
Immagine: La danza di Salome- Benozzo Gozzoli