Per la verità è un’espressione già incontrata nell’Antico Testamento e usata dai profeti: “Guai a me per voi!”. Più che una condanna, una maledizione…ai miei orecchi risuona come un tragico lamento di Cristo. Solitamente si prendono in considerazione le beatitudini che Luca riduce a sole quattro. Però aggiunge appunto quattro “guai”. Un vero e proprio genere letterario: Ouaì hymîn!, grida di avvertimento per quanti si sentono autosufficienti.
Luca contrappone due stili di vita ribaltando le nostre prospettive. Nella logica del mondo sono beati e fortunati quanti vivono la vita che, invece, Luca vede come disastrosa e foriera di tanti guai. Voglio dire questo: in Luca alle beatitudini seguono i “guai” (Ouaì hymîn!) che sono grida di avvertimento per quanti si sentono autosufficienti. Quello che mi colpisce è che Cristo constata e per questo si lamenta.
Prende atto di un fatto: chi è ricco, sazio e gaudente non capisce, non comprende, non sa di andare verso la rovina e la morte, una morte che vive già nel rapporto con i propri fratelli e le proprie sorelle. Questi “guai” sono eco degli avvertimenti dei profeti di Israele sono un richiamo a mutare strada, a cambiare mentalità e comportamenti, sono un vero invito alla vita autentica e piena.
Se ha una vita fedele e conforme a Cristo, il cristiano non si attenda che gli vengano tolti i sassi dal cammino. Al contrario, facilmente gli verranno scagliati addosso: se infatti è “giusto”, sarà odiato e non si sopporterà neppure la sua vista. Ricordiamo infine anche il “guai, quando tutti diranno bene di voi”, perché come Gesù è stato “segno di contraddizione”, così lo è il cristiano, se è conforme a lui.
Immagine: La scena del “Guai a voi…” tratta dal film Gesù di Nazareth di F. Zeffirelli