Finalmente un vangelo un po’ leggero, senza tensioni o complotti. Gesù se ne va in giro, annunciando e predicando. Pare in un clima sereno. Non a caso in compagnia di alcune donne. Tre soli versetti, che bastano però a spezzare l’egemonia per così dire maschilista che campeggia nell’intero Nuovo Testamento.
Tutti sanno che Gesù si era scelto dodici perché stessero con lui. Tutti uomini. Ma pochi, pochissimi sanno che alla sequ ela di Gesù si sono aggiunte anche alcune donne. Quando si è trattato di sostituire Giuda, una delle condizioni era che il prescelto avesse seguito Gesù fin dall’inizio. Se ci fosse stata anche qualche donna, forse lo Spirito e la sorte sarebbero caduti su di essa. Lasciamo perdere…
Dalla Maddalena erano usciti sette demoni. E anche Giovanna era stata guarita. Moglie di un amministratore di Erode Antipa, tale Cuza, sembra essere “fuori posto” in quel gruppo. Moglie di uno che non faceva gli interessi del popolo, capirai…chissà come sarà stata vista… Chissà come mai il marito le avrà concesso di seguire il maestro. Che fosse una separata? Fuggita da una sottomissione insopportabile, mah… Eppure risulta fra le più fedeli discepole del Signore, tanto da essere citata. E’ stata testimone privilegiata della passione di Gesù. Mirofora! Cioè, al mattino di Pasqua è colei che insieme alla Maddalena e a Maria di Giacomo si reca sulla tomba di Cristo, portando aromi e profumi per il corpo di Gesù.
Tre donne significative. Perché viene ricordata da Luca anche Susanna, di cui purtroppo si sa proprio pochino. Ma sapendo che le donne per esempio non potevano per legge dormire fuori casa e non potevano farsi vedere in pubblico se non accompagnate da un uomo, devono per forza essersi ritagliate uno spazio autorevole.
Non mi sembra giusto liquidarle come delle “perpetue” che pensavano a lavare i panni e a preparare il cibo. No. Vengono definite discepole, cioè in qualche modo coinvolte nell’annuncio. Il card. Sarah nel suo ultimo libro a difesa del celibato ha insistito molto sul ruolo non ufficiale, né istituzionale né tanto meno sacerdotale di tale missione muliebre ed è vero, però c’è da riflettere. Da imparare e da osare.
Immagine: Resurrezione del Beato Angelico, 1450