Luca non ha voluto nemmeno registrare il nome di colui che, lasciatosi prendere dall’entusiasmo, esclama: “Ti seguirò dovunque tu vada!”. È un tale…
Non viene presa nemmeno in seria considerazione la sua richiesta. Forse un sorriso sarà comparso sulle labbra di Gesù. Di compassione. È manifesta l’ingenuità di questo presunto discepolo. Gesù non lo approva e non lo redarguisce nemmeno. Coglie l’opportunità per formulare tre esigentissimi criteri per valutare la propria sequela: la casa, i morti, il guadagno.
Il Figlio dell’uomo non ha sicurezze di appartenenza. Dove riposa il nostro capo? In cosa consiste quel luogo intimo, dove ci sentiamo a nostro agio? Quando chiudiamo la porta e diciamo: “Ecco, sono a casa mia! Posso sedermi sul mio comodo divano, posso sdraiarmi nel mio caldo letto!”
È il tema della garanzia. Chi pone condizioni alla chiamata, non è adatto per il Regno. Gesù, io desidero seguirti ma voglio delle garanzie…No, non funziona.
Il Figlio dell’uomo ci chiede di saper mollare tutto, anche gli affetti terreni. Non ha nulla contro i morti. Ma chi decide in cuor suo di seguire Gesù, deve avere una libertà grande per relativizzare anche tutti gli altri beni, importantissimi, ma penultimi.
Il Figlio dell’uomo ha bisogno di determinazione. Le banderuole che si girano ad ogni alito di vento diverso, non possono essere adatti. L’aratro in questo caso è simbolo del lavoro, dell’impegno, del guadagno, del successo… chi abbraccia il disegno di Dio deve dire “addio” a tutte queste realtà mondane. Il suo lavoro, il suo impegno e il successo desiderato sono ormai di natura totalmente diversa.
Pensiamoci bene, altro che entusiasmo facile!