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Lasciata sola

Marta e Maria

Subito dopo il racconto del buon samaritano, Luca ricorda l’episodio di Betania. Non è un caso. Vuole dirci sicuramente che la cifra veritativa del cristiano non può stare negli sbilanciamenti. Troppo comodo ridurre tutto alla contemplazione, alla preghiera. Troppo ideologico pensare di essere nel giusto, solo perché so darmi da fare. Marta e Maria ci devono rappresentare entrambe. Basta contrapposizioni.

Io poi, ho il dente avvelenato anche nei confronti di social e di TV… quando rappresentano il clero, lo propongono solo in un certo modo. I preti normali sembra che non facciano il loro dovere… Non ci sto! I preti di frontiera, li chiamano. Ma è discutibile anche il loro stare così tanto tempo sui social o in Tv, bella frontiera! Io ritengo invece che l’attivismo di Marta (evviva chi sa far da mangiare, altrimenti il Cristo non avrebbe gustato buoni pranzetti!!!) si nutre proprio della contemplazione di Maria.

Semmai il vero problema, poco cristiano, è l’ansia di prestazione, la paura di non farcela che attanaglia molti e non solo preti, ma anche mamme, papà, professionisti… pensionati. È un vero rischio per tutti.

Mediocre quella meditazione che liquida il problema con la preferenza di Gesù. Quello è chiaro e scontato!! La parte migliore che non le sarà tolta non è lo stare ai piedi di Gesù che una volta disse: “Non chi dice Signore, Signore…”

Insomma, non esiste servizio che non sia reso credibile dalla preghiera. E non esiste una preghiera che rimanga chiusa nelle mura di una chiesa. Marta si lamenta non del fatto che Maria ami ascoltare Gesù, anche lei lo avrebbe fatto… Non voglio giustificarla, visto che Gesù la rimprovera. Ma mi colpisce di più il fatto che si lamenti di essere lasciata sola. Questo terrorizza anche me, al contrario. Per le cose materiali in più di trent’anni di ministero devo dire che non sono mai stato lasciato solo…

Invece, quando propongo momenti di preghiera, adorazioni, ascolto della Parola… e in chiesa non viene proprio nessuno… dapprincipio mi consolo e un po’ mi inorgoglisco; dico: “Vedi, Signore, almeno ci sono io…!  Ma poi mi vengono gli attacchi di panico e mi rimprovero, mi rattristo.

È raro in una parrocchia essere lasciato solo in un lavoro manuale. “Don Massimo, basta che chieda ed io ci sono!” … quanto più è frequente il contrario. Essere lasciato solo nel dialogo con Gesù. Mi ricordo i lunghi giorni di marzo e aprile durante il lockdown, parecchie ore in chiesa davanti a Gesù… tutto solo!

Non potevo giudicare…la gente pregherà in casa, da sola, in famiglia…lo voglio sperare…. Ma quanto mi è mancata la preghiera comunitaria, l’essere capaci di ascoltare insieme la Parola, di ridirla, di offrirla.

Abbiamo molto da recuperare. Non lasciamo sola Marta a riassettare la casa.

Ma non lasciamo sola nemmeno Maria, che si è scelta la parte migliore.

Immagine: Marta e Maria

Don Massimo

Don Massimo

Parroco della Parrocchia di San Gerardo al Corpo

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