Io, rompiscatole di Dio

Ancora sul tema della preghiera. Luca ci riporta un discorso di Gesù sulla necessità di pregare sempre, con insistenza e caparbietà. Si tratta di una vera e propria catechesi che fra l’altro ci mostra la notevole capacità di Cristo (alias comunità di Luca) nel comunicare.

All’insegnamento sulla preghiera, segue una parola sulla modalità. Come farlo? Istintivamente Gesù replica: “Con insistenza!”. E ricostruisce una scenetta che con molta probabilità oggi come allora si ripete nelle famiglie. Chi non è mai rimasto senza zucchero? O senza pane? Si va dal vicino, se sei in buoni rapporti!!

Del brano mi piace anche la ricostruzione degli ambienti. Si evince anche lo stile di vita di una famiglia, com’erano fatte le case, le stanze…

Insomma, Gesù approfitta di una vicenda che capitava sovente per parlare di Dio Padre. Un Dio paragonato ad un amico. Un Dio paziente. Un Dio che si immedesima. Molto umano, lo trovo. Ma nello stesso tempo un Dio che rivendica il suo totalmente altro. Il suo essere…buono. Un Dio che alla fine cede, non per debolezza o sfinimento ma perché – come dire – è già in conto. È più facile che mi stanchi io di insistere, piuttosto che Lui ad accondiscendere. Per questo continuerò ad essere un rompiscatole, il rompiscatole di Dio.

Un’ultima cosa. Mi colpisce infatti la lapidaria definizione: “Anche voi che siete cattivi…” Mi stimola a valutare bene le mie possibilità. Potrebbero avvicinarsi di più a quelle del buon Dio.