Che faccia tosta questo fariseo! Ancora oggi questo termine è per antonomasia sinonimo di falsità e incoerenza, e costui si permette di giudicare Gesù. Moralismo bieco e meschino. In realtà invitando a pranzo Gesù, mostra il suo interesse verso di lui. Ma, a questo punto, mi chiedo se il Cristo abbia fatto bene ad accettare. In casa dei pubblicani e delle meretrici ha trovato climi migliori, era stato trattato meglio.
Certo, il fariseo ha avuto coraggio davanti agli altri sodali che mai si sarebbero contaminati con uno così. Ma quanto meschino si rivela anche lui. È inutile, certe persone (anche certi cristiani che conosco io) sono proprio fatte così., non ce la fanno proprio! E giudicano non perché siano dotati di capacità critica, quello lo ritengo un valore… ma perché non sono capaci di dominare la superbia e l’alterigia che domina il loro cuore. Sono bravi solo loro. Quando hanno espresso un parere, sembra che abbia parlato Aristotele: Ipse dixit!!! Ma suvvia…
Questo fariseo fa proprio una penosa figura. Non appena Cristo (Cristo! Non so se mi spiego…) si mette a tavola, lo giudica per non aver rispettato le abluzioni rituali. Faccia tosta. Di gente così Gesù aveva detto che sarebbero stati disposti a vendere la proprio madre, pur di raggirare la Legge! E si permettono di criticare…
Invitare per contrastare. L’intimità che si tramuta in infingardo complotto. Stavolta Gesù non si lascia coinvolgere. E reagisce con durezza inattesa. Sembra un pugno nello stomaco. È meglio un piatto pulito, una pentola pulita dentro o fuori? Con l’immagine dell’interno di una stoviglia, il Maestro ribalta semplicemente l’intera loro religiosità evidentemente resa vuota da un ritualismo arido e pretenzioso. Curiamo l’interno. Cioè, il cuore. Vigiliamo su di esso. Essere sé stessi significa proprio questo, se vogliamo farci dono per gli altri, doniamo il nostro vero cuore. Così come siamo e l’altro ci apprezzerà. Nel bene e nel male.