L’evangelo di Gesù ha introdotto la responsabilità individuale davanti a Dio. Non mi pare di ricordare frasi del Nuovo Testamento in cui si affermi che le colpe dei padri ricadranno sui figli. Eppure, il brano di oggi ci rende consapevoli di una grossa responsabilità per coloro che detengono questa “chiave della conoscenza”. Cosa sarà? – mi chiedo.
Poiché ancora una volta Cristo si sta inviperendo contro i dottori della legge ritengo che volesse alludere alla “Verità”, al possesso della “Verità”. Lui arriverà a dire: “Io sono la Verità” per cui deduco che ponendosi Lui in comunione con tutti, a causa dello Spirito che tutti abbiamo ricevuto, responsabili della verità è ogni discepolo di Gesù.
Eh, giusto! Però, scusate, è anche questione di proporzioni, di ruoli… un conto è parlare da papa e un conto parlare da “povero parroco di città”. A ciascuno la propria responsabilità. In buona sostanza, Gesù ricorda a ciascuno di essere attento a ciò che dice. Chi perde la chiave della conoscenza (alias confondere i piccoli) e la fa perdere, costui sappia che priva della salvezza tutti coloro che in qualche modo dipendono da lui in ordine alla giustificazione, redenzione, vita eterna nell’oggi della storia. Una bella responsabilità!
Osserviamo Gesù: è sicuramente un tipo libero. Non ha paura di parlare. Contesta l’ipocrisia. Al momento della sua Passione, lo rinfaccerà a chi lo ha arrestato. E dice: “perché non mi avete arrestato quando parlavo di queste cose “palam”….davanti a tutti….?’”. Denuncia il doppiogioco di questi personaggi che all’inizio si distinguevano solo per saper leggere e scrivere, poi piano piano avevano conquistato una enorme importanza fino a ritenersi i custodi e i garanti della Torah. Pretendevano di essere i veri e unici interpreti della Legge.
Gesù al contrario non teme di spiattellargli in faccia quello che pensa: “voi usate della vostra conoscenza non per avvicinare a Dio ma per aumentare il loro potere”. Avete presente don Abbondio che con il suo latinorum cerca di imbrogliare il povero Renzo Tramaglino? Ecco. Non si fa.
Chi ha avuto in dono di poter studiare o di avere la scienza infusa – semmai – deve farsi piccolo e mettere i suoi talenti al servizio della verità.
Guai quando chi ha la possibilità di approfondire la conoscenza di Dio non compie mille sforzi per renderla accessibile a tutti!