Non mi soffermo sull’espressione “servi inutili”. L’ho già fatto. Mi piace approfondire l’altra: “mettersi a tavola”. In molte famiglie non ci si siede nemmeno più a tavola. Il mezzogiorno è addirittura “libero”…ognuno fa per sé. Chi mangia a scuola, chi alla mensa, chi non si ferma affatto… Qualche genitore ci tiene almeno alla sera ed esige che ci si sieda, ci si guardi in faccia, si parli un po’.
Nella parabola pronunciata da Gesù e registrata dal solo Luca, questo di mettersi a tavola è tirato in ballo come prerogativa del “padrone”. Lui ha diritto di farlo ed il servo viene a presentargli il pranzo. Tutto normale.
Eppure, il nostro Dio si sa che è “capovolto” e c’è proprio un brano del vangelo dove si parla proprio del Signore che ci farà accomodare e lui passerà a servirci.
L’essere servi inutili, insomma, si coniuga con l’essere amati da un Dio così, che non sta a guardare più le precedenze e le usanze. Lui si è fatto servo.
C’è una parola illuminante di papa Francesco sul nostro stile di vita cristiano. Durante una messa al Santa Marta, nel 2014, ebbe a dire:
«La pigrizia ci allontana dal servizio e ci porta alla comodità, all’egoismo. Tanti cristiani sono buoni, vanno a Messa, ma non vivono il servizio. Quando dico servizio, dico tutto: servizio a Dio nell’adorazione, nella preghiera, nelle lodi; servizio al prossimo, quando devo farlo; servizio fino alla fine, perché Gesù in questo è forte: “Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, adesso dite siamo servi inutili”. Il servizio è gratuito, senza chiedere niente».