Il brano di Luca di oggi è tutto incentrato sulla ingratitudine. E’ sorprendente come ci siano persone che non hanno un minimo di riconoscenza. Spudorate. Però a me fa soffrire maggiormente sentire parole di delusione dall’amabile bocca di Gesù.
Egli concedeva i miracoli per manifestare il Regno ormai in mezzo a noi. Qui nella sua espressione Gesù mi sembra quasi addolorato, non perché abbia sprecato…un miracolo, per così dire. L’amore non è mai sprecato. Uno a ringraziare c’è e ci sarà sempre: “Ma non erano dieci?”
Quanta amarezza. Nella malattia e in genere nelle difficoltà, lo ripete il papa anche nella sua recente FRATELLI TUTTI, le differenze spariscono. E lui non sta a guardare se sono giudei o galilei o samaritani… E i primi ad essere delusi dalla proposta sono proprio loro. Per guarire dovremmo fare solo questo? Andare al tempio? Tutto qua…
In realtà poi Gesù non li lascia nemmeno arrivare al tempio, arrivare davanti ai sacerdoti. E cosa accade allora? Che vedendosi guariti, ognuno ragiona. E allora sì che emergono le differenze. Il samaritano per esempio non sente più la necessità di andare ad un tempio che non sente suo, che non gli dice assolutamente nulla. E Luca ci fa capire che non gli resta che tornare dal “Sacerdote vero”: Cristo stesso.
Ed ecco la delusione. Non sono mica tutti e dieci “uomini”? E perché non si sono comportati “solo” da uomini… Sarebbe bastato quello per la gioia di Gesù.
Qualcuno ebbe a dire una volta: “Laddove c’è l’umano, c’è anche il cristiano”.
Forse per questo che fatichiamo ad essere cristiani, abbiamo da un pezzo smesso di essere semplicemente… “umani”.