Versione lucana della parabola dei talenti, questa pagina del vangelo di oggi. Testo molto esigente che parla di un padrone partito per un viaggio. Egli affida delle monete d’oro proprio a chi ostacola il suo ritorno. Bella sfida. Bella provocazione.
Dio ci vuole salvare… “nonostante noi…!”. L’inverosimile, duro frutto della fantasia, però viene superato dalla realtà spirituale di chi invece di lasciarsi salvare rema contro. Gesù sta concludendo il suo viaggio verso Gerusalemme e i destinatari del vangelo ormai hanno capito che si tratta di un percorso che terminerà sulla croce.
Ecco, il momento della resa dei conti. Potremmo dire. E il fazzoletto, versione lucana della terra, diventa il simbolo della paura.
Già, la paura. C’è chi sostiene che è cosa buona perché alimenta l’uomo nella sua lotta per la sopravvivenza. Ma quando la paura lascia il posto all’angoscia? Lì non c’è sopravvivenza, nemmeno esistenza…c’è un vivere male, semplicemente.
Non ci resta che sperare solo in Gesù, l’unico che è riuscito a far fruttare i suoi propri talenti. Lui che è di natura divina e poteva benissimo fare altre scelte, si abbassa fino alla morte di croce. Obbediente e docile.
Tutti vorremmo un lieto fine. Magari come quello della parabola, ma non ci sarà. Non fu trovato nessuno ad intervenire contro gli avversari di Gesù. Lui a darsi tutto…
…e noi a badare alla moneta nel fazzoletto…