Non c’è nessun elemento presente nella Sacra Scrittura che ci parla di questo evento della vita della piccola Maria di Nazaret. Gli apocrifi sono ricchi di particolari interessanti e fantasiosi. Non riconosciuti. Nulla di storico, ma non meno bello dal punto di vista teologico. L’attesa del Messia la coinvolge. Maria è pensata fin da subito come associabile alle attese del popolo. Maria è la figlia di Sion e pertanto associata al tempio. Anzi, affidata. Lasciata là per prepararsi.
Addirittura, diventa un modello di vita consacrata. La presentazione al Tempio, questo mistero gioioso che contempliamo nel Rosario e che oggi ricordiamo diventa così una vera e propria consacrazione al Signore. Maria viene offerta a Dio. I suoi genitori la offrono al Padre che ce la ridona come madre.
Il vangelo di oggi esalta in Maria la capacità dell’ascolto. Sarà per tutta la vita una piccola del popolo degli anawim, tutta dedita a compiere la volontà di Dio, e solo quella.
È ovvio dichiarare che anche noi dovremmo diventare un po’ come lei. Ciò ci consentirà di realizzare una intimità di comunione con Cristo simile alla sua. Riusciremo anche noi a godere di quella luce di cui si illuminò lei dando la vita al Salvatore del Mondo. “Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre”. Lei, la Madre, il tempio di Dio, accoglie il Verbo che si fa carne, noi, figli, incarniamo la Parola che è Gesù, che è la nostra vita.
Com’è piccolina ed indifesa mentre sale le scale del tempio e va verso il sacerdote. Piccina ma luminosissima.