Leggere nel pensiero? Ora si può. Gli americani lo hanno scoperto. Un’intelligenza artificiale consentirà di farlo presto. Lo scorso anno addirittura a Roma si sono radunati più di 4000 ricercatori della OHBM (Organization for Human Brain Mapping)! Riusciranno i nostri eroi a convincerci. Glielo auguriamo.
Ma nel vangelo di oggi non c’è Gesù che gioca al “mentalismo” o che sfoggia le sue capacità di interpretazione del volto dei suoi antagonisti. Non scherziamo!
Sta scritto: “…conosciuti i loro ragionamenti”. Mi è venuta la voglia, a questo punto di approfondire. Cerco in internet un Nuovo Testamento in greco e a Luca 5,22 vedo che è stato usato un verbo particolarissimo: ἐπιγινώσκω composto da ἐπί e γινώσκω. Cosa vorrà dire? Scopro che ha due accezioni, sostanzialmente, nonostante le parecchie sfumature. Una più intrigante dell’altra:
1) diventare completamente informato, conoscere completamente, accuratamente, conoscere molto bene;
2) riconoscere con la vista o l’udito, da certi segni, percepire chi è una persona, accertarsi chi è, capire com’è.
Altro, dunque, che lettura posticcia del pensiero! Qui Luca ci vuole dire che Gesù di Nazaret era un grande conoscitore del cuore umano. Come Dio non aveva bisogno di trucchetti o di altri giochi di prestidigitazione.
Il discorso diventa terribilmente serio. Solo lui sa quello che alberga nel cuore dell’uomo. E questi benpensanti lo accusano di bestemmia. Ebbene il Figlio dell’Uomo non solo li stupisce perché dimostra di avergli letto dentro, ma anche perché nel suo amore riesce a far camminare chi non lo aveva mai fatto.
Noi, più che paralitici nelle gambe, siamo paralizzati nel cervello!!!