Vi scandalizzo se vi dichiaro che ci sono periodi, giornate, momenti in cui anche ad un parroco come ve vengono dubbi? In passato mi è capitato di vergognarmi, di inibire me stesso… Caccia via questi pensieri, non è bene che un parroco ne abbia. Sei tu che devi confermare nella fede gli altri e non puoi permetterti di vacillare… Poi una volta ho sentito il cardinal Martini sostenere che “parti di ombre e di luce convivono nel mio cuore, Sì lo affermo, in me il credente ed il non credente convivono… Molti ne saranno rimasti male. A me si è allargato il cuore. “Signore, io credo! Ma aiutami tu nella mia incredulità”…sta scritto o no, nel Vangelo? E allora il discorso si fa altro. Noi crediamo, certo. E anche con slancio. Ma ci accorgiamo ogni giorno di più che non ci sono certezze assolute. Non voglio cadere nelle banalità. So bene che papa Benedetto ci ha messo in guardia da un negativissimo relativismo che attanaglia la nostra cultura.
Però il brano del vangelo di oggi ci parla di un Gesù che non si scandalizza se perfino l’ultimo dei profeti manifesta i suoi dubbi. Nemmeno al Battista è stato tolto il privilegio di averne. Immaginate, prigioniero a Macheronte si sente abbandonato da Dio e dagli uomini. Si tocca la gola. Sa che fra poco sarà decapitato. Vede il fallimento di tutta la sua vita. E compie un ultimo tentativo per capire se si è sbagliato. Tutta la sua vita l’ha trascorsa predicando un Dio forte, capace di maneggiare la scure e di abbattere l’albero con un colpo solo, alla radice. E invece parlano di Gesù che annuncia amore, beatitudine, perdono, pace.
Che confusione! Anche stavolta è andata male oppure sono io che mi immagino un Messia fasullo? Ed ecco la domanda, esigente. Dobbiamo aspettarne un altro, Gesù – di Messia – o sei proprio tu come Dio mi ha mandato a dire a tutti?
Oggi come allora. Per molta gente la domanda è ancora questa. La tentazione è riduttiva: ridurre Gesù ad un buon uomo, molto coerente, credibile…. ma poi non permettere che incida sulle scelte personali e di popoli.
Manca poco al Natale. Un Natale unico nel suo genere, questo coronato dal Virus! E trovo coraggioso che nella novena che è tesa a prepararci all’accoglienza del mistero ci sia posto anche per il dubbio. Il dubbio, se è in buona fede, non indebolisce. Fortifica. Aiuta a trovare le risposte. Gesù lo fa. E risponde coi fatti, non con le tesi. Coi segni. Tranquillizzate l’amatissimo Giovanni, pare che dica: la sua – come la mia – vita data in dono, non è sprecata. I segni parlano da soli.