Ci viene proposto un altro brano di Giovanni nel tempo natalizio. Gesù chiama alcuni a seguirlo. Nella traduzione della Cei viene utilizzato il termine εὑρίσκω – trovare – Gesù trovò Filippo, Filippo trovò Natanaele ecc. una catena di incontri.
Sarebbe bello cogliere le sfumature. Altre traduzioni dicevano: Gesù incontrò Filippo. Ma lo incontrò per caso o andò a cercarlo? Con Gesù può essere che capitino le cose per caso? Non credo proprio. Gesù sa. E sa anche come scoprire il cuore dell’uomo. Scoprire nel senso del metterlo a nudo, trovarlo allo scoperto. Con lui non si può fingere. Lui ci inventa, ci fa venire fuori… come un’invenzione alla Archimede: “Éureka!”
Infatti: “Come mi conosci?” è la reazione di Natanaele che mai prima aveva visto Gesù. Ma aveva cercato la verità nelle Scritture. Era in attesa da tempo di uno che desse senso alla sua vita. È interdetto Natanaele, non si aspettava che quel Nazareno, con una sola battuta, lo avesse inquadrato. Semmai era lui ad inquadrare tutto, dal momento che era uno dei pochi ad essere familiare con la Scrittura.
L’approccio non era stato facile né felice. Cosa può venir di buono da quella terra dimenticata da Dio che è Nazaret? Ma Gesù è nato a Betlemme, non si offende! Anzi lo aveva lodato per la sua onestà intellettuale.
Allora diciamolo anche noi oggi a Gesù: Come mi conosci? Cioè: come fai a conoscermi così bene io che sono così lontano da te, che ti tradisco spesso, che faccio finta di non conoscerti, che ti zittisco sempre dentro di me…
La risposta sarà facile perché veramente il Dio fatto uomo ci conosce, sa perfettamente chi siamo, cosa desideriamo, cosa facciamo. Ci ha visto sotto il nostro fico. Davvero conosce e sa, rispetta il nostro carattere e, soprattutto, ci aiuta a tirar fuori l’aspetto positivo anche dai nostri difetti. Natanaele è nativo di Cana. La tradizione lo identifica con Bartolomeo. Gesù elogia la sua franchezza. E lo sceglie. Deve essere uno dei suoi. Del resto Natanaele significa: “Dio ha donato”.