Sani e malati

matteo

Il particolare del dipinto di Caravaggio mi mostra quanto fosse malato Levi. La meticolosa registrazione perfino degli spiccioli estorti da usurai alla povera gente per conto dei Romani. La luce illumina i quattrini, il calamaio con l’inchiostro, il sacchetto già pieno. Corrotto, impuro, ladro. Matteo era decisamente malato. Se Gesù sapesse, non sceglierebbe mai una persona così. O non sa o ci fa!!!

Questa è la seconda domanda che compare nel vangelo di Matteo. È posta dai farisei, scandalizzati dal fatto che Gesù, senza porsi alcun problema, cena e festeggia con quel mascalzone di Levi. In realtà Levi ha dato quella cena perché ormai ha il cuore libero e non sta più nella pelle per la gioia che Cristo gli ha restituito. Ma loro fingono di non sapere.

Levi dal canto suo non riesce a smettere di pensare che il Maestro ha chiamato proprio lui, che la gente schifava, perché ne vuole fare un suo discepolo. Dunque non era ancora proprio l’ultimo scarto di Israele…

Gesù, medico dell’anima, viene proprio per gli ultimi. E pensare che quel malato diverrà l’evangelista Matteo che ha permesso la diffusione della Pasqua di Gesù al mondo intero!!!!!

Il malato ha riconosciuto nello sguardo del medico quel rispetto, quell’amore che lui stesso non ha più nutrito nemmeno per sé stesso. Il Verbo incarnato entra nella storia. Chiede di entrare nella storia personale di ciascuno. E raggiunge Levi al banco delle imposte, là dove senza più pudore esercita il suo odiato mestiere.

Lasciamolo operare questo Dio che guarda sempre alla verità di noi stessi, non all’apparenza. Noi non siamo il nostro peccato. Noi siamo amati. Cosa che invece fanno i farisei? Giudicano, condannano, escludono.

Fin dall’inizio del mio sacerdozio sono abituato ad accettare gli inviti a pranzo e a cena di tutti. Quasi sempre mi sono sentito a mio agio. Ma mai coi benpensanti che giudicano gli altri. Lì non ho più messo piede.

Immagine: La Vocazione di san Matteo, dipinto realizzato tra il 1599 ed il 1600 dal pittore italiano Michelangelo Merisi detto Caravaggio, ispirato all’episodio raccontato in Matteo 9,9-13. Cappella Contarelli, nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma. 

Don Massimo

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Parroco della Parrocchia di San Gerardo al Corpo

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