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Gioco di sguardi

sguardi

Il vangelo di questa domenica parla dei primi discepoli che Gesù chiama. È tutto un gioco di sguardi. Il Battista che fissa il suo sguardo su Gesù. I suoi discepoli che seguono Gesù. Gesù che osserva chi lo segue. E ancora alla fine Gesù che volge il suo sguardo su Simone.

Ma come era lo sguardo di Gesù. I Vangeli non ci dicono niente sull’aspetto fisico di Cristo. Però molto ci è dato di intuire dai suoi atti e dalle sue parole fedelmente registrate. E ci si accorge subito che tutto il Vangelo è percorso dall’atteggiamento osservatore del Maestro. Addirittura riusciva ad amare con lo sguardo, come con il giovane ricco che se ne andò triste.

Innanzitutto lo sguardo di Gesù è rivolto al cielo, verso il Padre. Ha caratterizzato tutta la sua vita, vita di totale comunione e di obbedienza a Lui.

È lo sguardo di un uomo autentico. E tutti se ne accorgono, anche i suoi oppositori. Levi decide di cambiare la sua vita quando Gesù lo guardò. La decisione improvvisa e radicale, lascia sconcertati. E’ quasi inspiegabile, ha dell’inverosimile. Era la prima volta che il vangelo di Luca registrava lo sguardo su una persona. E’ dunque uno sguardo irresistibile, penetrante, affascinante, capace di liberarti anche da un idolo così tirannico come il denaro.

Lo sguardo di Gesù è uno sguardo che giunge al cuore. E anche ai poveri. Quando sale al tempio, non si lascia catturare dai ricchi ma da un’offerta della povera vedova. Lì si focalizzano i suoi occhi. Nessuno l’avrà notata, molti compatita o disprezzata. Lui no, la nota. È uno sguardo che vede nel segreto! Lui guarda dentro e sa arrivare fino a quella parte recondita dell’anima che soltanto Dio conosce. Il verbo greco usato è emblepo, anche quando Gesù fisserà i suoi occhi in quelli di Pietro non appena lo rinnegò. Suscita le sue lacrime perché non si è sentito condannato da quello sguardo ma compreso nella sua debolezza.  Noi ci blocchiamo davanti alla sua codardia e lo disprezziamo in cuor nostro, Gesù guarda dentro e non cambia opinione su chi si era scelto come Pietra su cui fondare la chiesa.

Forse per questo sguardo sbilanciato: un occhio sempre verso Dio, l’altro sempre verso l’uomo…che nell’arte a volte Cristo è raffigurato in maniera molto strana. Altro che il difetto di Venere! Qui siamo di fronte allo sguardo strabico di Cristo…

Don Massimo

Don Massimo

Parroco della Parrocchia di San Gerardo al Corpo

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