Nel nome di altri si possono fare grandi battaglie morali in difesa di diritti e di valori, si possono vincere le olimpiadi, si può scrivere un romanzo, si può aprire una borsa di studi…nel nome di un altro… per il quale lotti e sei disposto a dare tutto!!
Nel brano di vangelo proposto per la conversione di san Paolo di cui oggi si fa memoria, c’è proprio questa espressione. In Saulo è particolarmente forte. Agire nel nome di colui per il quale hai consegnato alla morte le persone. La sua è il modello di conversione. E impressiona la sua storia. Diversa da ogni stereotipo. Lui perseguita i cristiani, ma non si è mai macchiato le mani di sangue. Non può essere violento e prepotente… un fariseo. E lui nello zelo li superava tutti. Quindi di per sé, è uno capace di tanto amore. Perché i pii giusti onoravano in tutto e per tutto la Toràh.
E poi è colto. Parla speditamente tre lingue. È cittadino romano e lui in croce non ci sarebbe potuto finire! Figlio del mondo ellenista, ammiratore della cultura greco-romana, massimo conoscitore dell’ebraismo…come può lasciarsi contagiare da tanto odio? La religione può portare all’odio, certamente.
In nome di Dio cosa non si è fatto in passato? E non voglio essere retorico e tirare in ballo le crociate o le guerre sante, le torture e la caccia alle streghe… ce ne sono già tanti che non avendo altri argomenti si barricano su quelli. Monotoni e noiosi.
Ma a me impressiona lo stesso: in nome di Dio si può fare il bene o il male! Ebbene oggi Gesù ci promette che se si agisce sempre “nel suo nome” si riescono a raggiungere obiettivi straordinari. Perché non ci fidiamo? Se ce lo promette Lui?
Forse perché non agiamo proprio proprio “nel suo nome”. E infatti, non otteniamo.