capite

Gesù, grande ermeneuta? Certamente. Nel vangelo di oggi il suo rimprovero non è solo un rimprovero, ma suggerisce un vero e proprio metodo.

“Ma se non capite questa parabola, come farete a capire tutte le altre?”
Annunciare la fede oggi più che mai è problema di linguaggio. Siamo sempre più sprovvisti di strumenti idonei. Ma forse non si deve parlare solo di tecnica.

Gesù ha appena costruito la memorabile parabola del seminatore. E par che chieda più di un coinvolgimento. Non solo l’ascolto, l’attenzione, la capacità di memorizzare e di ripetere… no!

La parabola non può evocare solo delle emozioni, ma, come il seme nella terra, deve essere “compresa”. Comprendere è più che capire. Molte volte ci sembra di aver capito. Ma la cifra ermeneutica per eccellenza per interpretare tutto Gesù, lo sappiamo, è la misericordia stessa. Per cui non basta capire nel senso delle deduzioni logico-intellettive. Non basta essere ferratissimo nella consequenzialità matematica con cui puoi ripete e spiegare un teorema o peggio… un sillogismo sofista…!!!

Capire a questo livello non mi chiede nessun coinvolgimento personale; rimarrebbe un atto puramente cerebrale. Occorre comprendere. Tenere insieme.

L’essere comprensivi richiede la disponibilità della relazione e coinvolge il cuore. C’è più di un passo in cui Marco registra le esclamazioni di un Gesù che si “scandalizza” perché i discepoli non comprendono. E solitamente il richiamo avviene non perché Gesù li considera tonti, tardi o stupidi…ma duri di cuore.

Si chiama sclerocardia.

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Don Massimo

Parroco della Parrocchia di San Gerardo al Corpo