Ora c’è un monastero. Prima domenica di Quaresima, Gesù è tentato dal diavolo. Là dove ciò accadde, cioè il Monte della Tentazione che sovrasta il deserto della Giudea, ora c’è un monastero greco-ortodosso costruito nel IV secolo.
Il papa ha sostenuto la tesi che i traduttori avessero sbagliato e ormai ci abitueremo a recitare: “…e non abbandonarci alla tentazione!” perché pare che Dio non goda del fatto che noi siamo tentati. Eppure come riporta la Scrittura in Matteo (4, 1-11), Luca (4, 1-13) e Marco (1:12-13), Gesù venne condotto nel deserto proprio dallo Spirito Santo. È un semitismo, non c’è un giudizio etico che va contro Dio!
Ebbene, dopo aver digiunato 40 giorni e 40 notti, viene avvicinato dal tentatore, che lo sfida tre volte – a trasformare una pietra in pane, a gettarsi dalla montagna e ad accettare l’offerta di tutti i regni del mondo in cambio della sua fedeltà. Questa che la tradizione ha scelto (sarà il luogo esatto? Ma che c’è importa? Dico io…) è una montagna di 365 metri è anche nota come Jabal al-Qarantal in arabo. Il nome deriva dal latino “quarantena”, che indica il 40, numero dei giorni del digiuno di Gesù. Mai come in questi ultimi mesi abbiamo usato questo termine!
E’ suggestivo pensare che per secoli uomini, monaci ed eremiti abbiano vissuto all’interno di quelle grotte. Celle ed edifici distrutti, come nell’invasione persiana del VII secolo. Ma poi subito ricostruiti, a testimonianza di uno stile di vita che per esempio nel Medioevo fu preso alla lettera. Ancora oggi all’interno del monastero attuale c’è una scala che porta alla roccia che secondo la tradizione segna il punto esatto in cui Gesù era seduto quando venne tentato dal diavolo. È nell’abside.
Non ci sono mai stato. Mi piacerebbe. Ma credo che quel luogo, se non sto attento, ce l’ho più vicino a me stesso di quanto creda…