Qualcuno è proprio contento che, a causa delle restrizioni dei decreti, non ci si possa scambiare il segno della pace durante la Messa! Ai più manca come momento. Però esistono persone a cui dà fastidio. Te ne accorgi per l’imbarazzo che provano non appena il sacerdote invita a manifestare il segno che fa capire a Dio che siamo in armonia con tutti.
Eh già! Perché tutti al: “Beati gli invitati alla cena dell’Agnello” si muovono e vengono a comunicarsi con molta sicurezza e determinazione. Poi, parlandoci, scopri che costei non può vedere la suocera, quell’altro è una vita che non parla più con suo fratello, la signora volontaria ed operatrice della carità non ha ancora ospitato in casa sua l’odiatissima nuora…ecc. ecc. ecc.
Solitamente la realtà supera la finzione. Alcuni film che vedo non sono niente al confronto delle surreali situazioni che si creano nelle famiglie; inimicizie e ingiustizie, a cui non si sa dare una svolta, un traguardo, una soluzione.
La motivazione è proprio il….quieto vivere! Poveri illusi. Non c’è nulla che noi teniamo nascosto che non verrà prima o poi allo scoperto. E nel vangelo quaresimale di oggi ci viene buttato sulla faccia che Gesù non tollera le meschine farse con cui costelliamo la nostra esistenza, molte volte trascorsa nelle incomprensioni, rivalità e odi. È qui a dirci, il Maestro, che o la fede cambia radicalmente il nostro comportamento o non è autentica.
I presunti giusti sostengono di non aver mai ucciso. Ma a volte la lingua feroce taglia più di un coltello e pugnala meglio di una lama affilatissima! Magari alle spalle…
Ecco: mi pare molto chiaro e molto severo il discorso di Gesù. Non abusare di un rito, di un culto, della preghiera in genere come un palcoscenico dove recitare una parte formalmente imparata da piccoli ma mai resa vera ed autentica.
È meglio non nutrirsi del Corpo di Gesù se non siamo in pace con noi stessi, con Dio e con gli altri. Invece che la salvezza, aumenteremmo la nostra condanna.
Auto condanna, fra l’altro.