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Profetizzare e non saperlo

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Noi forse ci siamo abituati all’idea. Ma Lazzaro circolava. Colui che per quattro giorni era rimasto nel ventre della terra e già era in decomposizione così da mandare cattivo odore era una provocazione continua. Rappresentò il vertice dei segni e dava fastidio. Lo sa bene Lazzaro che se prima aveva perso la vita per la malattia, poi la perderà per il livore dei nemici di Gesù.

Avendo visto morire il Battista per i capricci di una ragazza e l’odio di un’adultera, non poteva sperare di meglio per sé. Era ben consapevole che la sua fine era vicina. Il vero processo si compie ora. Senza bisogno di testimoni, a sangue freddo, premeditato. Quello che sarà inscenato durante la Passione, sarà una farsa. Gesù, secondo l’evangelista Giovanni viene processato in contumacia e condannato a morte. È il sommo sacerdote Caifa a decretarne la fine riflettendo a voce alta e condizionando i vegliardi della comunità. Sì, c’è stato il tentativo di qualcuno più prudente o simpatizzante di Gesù. Ma la ragion di stato ha la meglio, sempre. La desiderata tranquillità in Gerusalemme (sperata anche da Pilato), l’intesa più o meno vile, con interesse da ambo le parti coi Romani, il rispetto delle tradizioni che piace al popolino… non si può metterle a rischio. Nonostante conoscessero intimamente la verità poiché conoscitori delle Scritture e rivestiti di autorità religiosa, si giunge ad un’ironica verità, un’inattesa profezia proclamata in apparenza con cinismo. Ma forse non è così.

Meglio che muoia! È il suggerimento di Caifa. Ma Giovanni ne fa una teologia della storia, stupendoci: le parole di Caifa, ci fa capire, non sono dettate dal cinismo bensì dallo Spirito che comunque, essendo sommo sacerdote, lo accompagna. Caifa profetizza e non lo sa!

Da anni, soprattutto da quando sono parroco (e ormai sono già venti) questa certezza mi spaventa. A volte il ruolo compensa la pochezza della persona. Uno lo sa di non essere all’altezza della sua missione. Eppure lo Spirito sovente agisce lo stesso!

Ci indispettisce? Nient’affatto a me sorprende e mantiene umile. E mi fa capire che anche oggi il Signore agisce nelle persone che, malgrado i loro limiti, svolgono un ministero per la comunità. Per mandato dall’alto.

Don Massimo

Don Massimo

Parroco della Parrocchia di San Gerardo al Corpo

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