La versione della CEI dice: “In segreto”, l’originale però presenta “λάθρᾳ” che si traduce “di nascosto, in maniera furtiva”. Si addice meglio ad un ladro che agisce nell’ombra, non vi pare? Ma Giuseppe è definito e considerato un giusto, un galantuomo. Dunque si sarebbe comportato furtivamente, da disonesto o era nel suo diritto? Se avesse licenziato, ripudiato cioè mandato via Maria… “in segreto”?
Quello che conta è la sostanza. O in segreto o in pubblico, l’avrebbe abbandonata. È questo che gli procura dolore. In questo versetto si esprime il dramma di Giuseppe, è il dramma di ogni giusto. Si possono fare tutti i ragionamenti possibili. Giuseppe sta combattendo contro il suo orgoglio di uomo. Maria è umile e ha accettato tutto come dono. Lui no, non si sente all’altezza. Non vede tutto questo merito. Perché proprio lui? Il fare le cose di nascosto non ci parla di un Giuseppe falso o calcolatore. Ci parla di un uomo puro come una colomba, ma astuto come una volpe (dirà Gesù). Ama Maria e la vuole tutelare, non la vuole esporre alle accuse. In quella notte Giuseppe ha operato un discernimento. Se è tutto grazia, allora questa richiede la magnanimità per accettarla, altrimenti la si vanifica. Accetta non perché si autoconvince di meritarlo come i grandi personaggi biblici, alla fine; da Abramo in poi fino a Maria: i chiamati, gli eletti. Dio non dà il senso di indegnità, dà il senso di umiltà e di magnanimità e ti accoglie per accogliere il dono.
Il supporre di cacciare Maria, anche se di nascosto, mi rende Giuseppe quasi quasi più umano. Anche io mi sentirei offeso… la mia donna incinta non di me, figurarsi!!! Quel “di nascosto” me lo rende una persona normale che però alla fine cede alla grazia di Dio.