Affido la gioia e la certezza del Natale a questo termine che compare oggi nel vangelo di una delle tre messe previste. Fin dalla creazione, Dio si comporta così. È la potenza del “dabar”; la parola in Dio coincide coi fatti. In Dio non c’è separazione fra detto e fatto. Questo ci provoca. Noi siamo le persone del bla bla bla…molto capaci di parlare…un po’ meno di realizzare. Qui invece tra questo allontanarsi degli angeli e la partenza poi dei pastori non c’è pausa. È il margine di libertà. L’uomo è libero di accogliere la parola o respingerla.
Questi pastori si esortano a vicenda ad andare a vedere. Potevano infischiarsene. I loro problemi erano altri. Potevano avere altre reazioni. Vedete, spesso mi sento come chi non ha altre scelte. Il mondo intorno ne offre pochissime e non credibili. Cosa abbiamo dunque da perdere? Perché non reagiamo come i pastori che di fronte ad un fatto – l’avvenimento – decidono che valga la pena? Non avendo altre indicazioni, se non questa parola e il mio desiderio che sia la verità, anche io inverto la rotta della mia vita e corro verso la luce, la luce che esce dalla grotta di Betlemme. La parola “dipende” dalla nostra decisione. Dio ci rispetta.
Possiamo così star lì a fare gli intellettuali, a fare gli scettici. Il nostro destino tanto lo sappiamo già. Lo abbiamo davanti ai nostri occhi… ed è un destino di morte. Basta leggere i fatti (gli avvenimenti, appunto), i giornali… finiremo tutti allo stesso modo…
E possiamo anche discutere all’infinito se la cosa sia ragionevole o no. Ma se la risposta è sì, ed è la cosa più ragionevole – ve lo garantisco – , mi riscopro come uomo di desiderio, di vita, di felicità, di amore. Proviamo a vivere il Natale in questa dimensione. E quando sembra che la cosa più ragionevole del mondo sia tanto insensata, proviamo a farla! Rimarremo sorpresi come questi pastori che semplicemente dicono: “Andiamo a vedere”. Più precisamente si dicevano l’un l’altro: “Andiamo a vedere questa parola che è accaduta”. Vanno a vedere la parola accaduta, che Dio ha notificato. Non è che Dio doni la fede a qualcuno e ad altri no. C’è l’annuncio del fatto, poi chi vuole va a vedere. Chi è bloccato da qualcosa, non andrà mai a vedere. Chi è libero da vincoli, dice: “Andiamo a vedere!”. Tuttora dopo più di duemila anni vogliamo andare a vedere questo bambino, cosa vuol dire per noi.
Buon Natale! Buon avvenimento”