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Chiodi

chiodi

La fede è credere ciecamente? Taluni dicono di sì. Eppure papa Benedetto ha richiamato forte anche la ragionevolezza del credere. Tommaso chiede un segno proprio perché l’adesione di fede non è un atto cieco, folle, passionale, assolutamente irrazionale. Ma la fede è l’invito a una esperienza diretta, a toccare con mano la continuità della presenza di Gesù nel mondo. E vide e credette, ci racconta Giovanni. Presentandosi dopo la sua morte, Gesù offre anche a tutti un segno e una certezza. Mons. Gianfranco Ravasi commentando questa pagina dice: “Questo equilibrio, certamente difficile, tra segno e adesione, se da un lato ci invita a liberarci da una religiosità che vuole moltiplicare a ogni passo miracoli e apparizioni per stimolare e quasi “drogare” la fede, dall’altro ci esorta a non concepire la fede come un affondare nell’oscurità del mistero. Il mistero cristiano non è un gorgo di tenebra e di assurdità, ma un infinito orizzonte di luce”. La fede è quindi l’incontro dell’uomo con il Signore vivente. Da questo incontro l’esistenza di Tommaso, come quella di ciascuno di noi dopo di lui, esce rigenerata e riplasmata. Il dubbio di Tommaso non depone contro la risurrezione, ma la certifica, al punto tale che, come punto di estrema sintesi dei dogmi su Cristo, Giovanni Damasceno si preoccupa di riprendere gli insegnamenti di Massimo il Confessore, vissuto un secolo prima di lui, riaffermando la duplicità delle nature, delle volontà e delle energie di Cristo. Questa preoccupazione è evidente dal gran numero di immagini che illuminano il mistero della divino-umanità di Gesù.

«Poiché hai ispezionato con la tua mano le piaghe delle mie membra, o Tommaso, non essere più incredulo verso di me che ho subito questi colpi per te. Sii di uno stesso sentire con i discepoli, e annuncia che Dio è vivente».

I chiodi ci mettono in guardia contro ogni presentazione del messaggio cristiano che eliminasse la croce e la crocifissione. Ci sono alcuni che addolciscono e umanizzano il Cristo fino a farne un soave e amabile maestro di morale, così come altri gnostici o psudo-mistici che si riempiono di idee di incarnazione, di trasfigurazione, di deificazione e che, nella loro concezione della salvezza, non hanno più posto per la croce. Noi sappiamo che un Cristo che non porti il segno dei chiodi non è autentico.

Don Massimo

Don Massimo

Parroco della Parrocchia di San Gerardo al Corpo

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