A porte chiuse

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Noi siamo abituati a pensare che nel Cenacolo siano stati chiusi per 50 giorni di fila e insieme. Intanto non si dice che erano insieme. Addirittura si legge si Pietro e Giovanni, che “tornò ognuno presso di sé”; cosa potrebbe dire se non che erano chiusi dentro ma… non insieme cioè tremendamente soli, assorti ciascun per sé nei propri rimorsi, delusioni e disillusioni. Pronti solo a rinfacciarsi le colpe. Con queste porte sprangate da far paura.

Uno si chiude dentro sé e ha paura, tanta paura. Temevano di fare la stessa fine di Gesù, è chiaro. E sarebbe stato improbabile. AI capi interessava il capo, non degli insignificanti pescatori della Galilea!

Però le paure ti bloccano davvero e sono realissime. Sono giorni di buio. Sembrano morti e sepolti un cenacolo che non ha più il sapore del pane della vita, ma puzza di tomba.  Quando poi si cede ai sensi di colpa, è finita. Finita anche per la nostra psiche”!

Ebbene Gesù, come non ha avuto paura del sepolcro di Lazzaro, non ha nemmeno paura di questo. Sa che questi non lo stanno cercando come ha fatto la Maddalena che addirittura ha cercato di abbracciargli i piedi e di baciarli ancora… Non cercano più niente, solo hanno interessa a salvare a pellaccia.

Sorprende infine la caparbietà di questo Maestro che crede ancora nei discepoli che si era scelto alla prima ora e benché l’abbiano abbandonato, sono ancora nel suo progetto iniziale. Ragioniamo: uno l’ha tradito, uno l’ha rinnegato, gli altri chi più chi meno l’hanno abbandonato. Noi avremmo tirato su una riga! Li chiama ancora fratelli. Gli va incontro. Sta in mezzo a loro. Cosa significa? Viene nel nostro chiuso e sta nel mezzo, dove nel mezzo vuol dire “al centro”, ma anche “dentro, al centro”.

Sta e cosa fa? Porta la sua pace. La prima esperienza di resurrezione è che nel luogo chiuso dove io mi trovo, nelle mie paure, Lui è lì presente al centro e mi annuncia la pace. È lì che lo incontro, esattamente nel chiuso delle mie paure. Come il Risorto è uscito dal sepolcro, se no, non è risorto, così lo incontro nelle mie paure e nelle mie morti, se no, è inutile, io non sono risorto; è lì che mi fa risorgere.

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Don Massimo

Parroco della Parrocchia di San Gerardo al Corpo