Non sto alludendo all’evergreen di Baglioni che comunque è un bel testo che parla delle difficoltà che si possono incontrare lungo il cammino della propria vita – tra sogni, speranze, illusioni, disillusioni e delusioni – ma lancia – al tempo stesso – messaggi di speranza e di incoraggiamento! No, sto parlando del Vangelo di oggi. Matteo riporta alcune condizioni dettate da Gesù circa la modalità dell’annuncio.
Cristo, l’inviato, a sua volta invia noi. E vuole che annunciamo il vangelo in maniera nuova, diversa da certi Soloni, organizzati in maniera da essere confusi per crociati o capaci solo di proselitismo! A Gesù per esempio non interessa tanto che i dodici abbiano capito tutto! Non siano solo teologi benché saper qualcosa su Dio non guasta! Non siano tuttologi perché hanno preso “Trenta con lode” all’esame nel corso di formazione missionaria!
Sono mandati perché “venga il tuo Regno”. perché “sia fatta la tua volontà”. Quanti – troppi – desiderano la passatoia rossa! Quanti – sempre più numerosi – vanno in ricerca di gratificazioni! Quelli che Gesù manda non si devono considerare i padroni della verità, i migliori… Devono solo testimoniare e dire che: “Dio è già qui, sta operando in voi”. Il missionario è colui che ha profondo rispetto per coloro ai quali è mandato e per quanto essi hanno già colto ed espresso di quel Dio che vive ed agisce in tutti gli uomini, molto prima che essi lo abbiano riconosciuto. La predicazione deve essere fatta “strada facendo”.
E non c’è bisogno di cercare chissà quali strade: ognuno di noi ha la sua strada, il suo quotidiano, il suo prossimo da incontrare ogni giorno, in casa, al lavoro, in vacanza.
“Strada facendo” nei giorni migliori, come in quelli più duri; negli incontri più impensati, come in quelli più abituali. Davvero, davanti a questo tipo di missione non abbiamo scuse per tirarci indietro.