Per il vangelo delle “piccole cose” mi soffermo sulla recriminazione di quelli che hanno lavorato tutto il giorno. La parabola è quella famosa degli operai della vigna che il padrone chiama a tutte le ore perché non tollera che stiano ad oziare. Nel regno tutti hanno un posto. Ma come volevasi dimostrare ci sono coloro che si ritengono più giusti degli altri.
A buon conto. La parabola non la si può interpretare con criteri di logicità, di giustizia retributiva, di coerenza finanziaria, di convenienza economica. Un datore di lavorò così finirebbe presto in fallimento. Però è bello prendere in considerazione questa obiezione lamentosa per i giusti sono i primi mormoratori. Infatti il giusto per mestiere cosa fa? Brontola contro gli altri. Guarda quelli lì come sono! Un minimo di decenza! A me è toccato faticare tutto il giorno con questo caldo e loro guarda!
Non hanno capito nulla di Gesù! E secondo me anche della vita! Pensano che chi non ha sgobbato sarà punito, chi ha lavorato premiato più degli altri. Ma nel pensiero di Gesù non funziona così. Già questa facilità al rancore, alla polemica non piace a Gesù. Se tu scegli di fare una cosa, devi essere contento di aver scelto. Punto. Altrimenti lascia stare. Non fare confronti. Tu sei cristiano da sempre? Bene…ma lo sei stato con gioia o con risentimento?
Provate a esaminare i sentimenti che dettano la nostra giustizia nei confronti degli altri che non sono così bravi. O ci sentiamo molto più a posto di loro e ci illudiamo: quanto sono bravo!
Però quando sperimenti la fatica di esser bravo, hai rancore con loro, come il fratello maggiore della parabola del padre misericordioso che dice: il minore ha speso tutto in divertimenti e prostitute e io qui a lavorare. Si sente sotto un rancore contro il fratello minore. Il rancore è un sentimento tipico del giusto! E di fatti quando abbiamo rancore noi?
Mentre chi ha lavorato un’ora sola, ma con amore e gratuitamente, entra in paradiso con molta più facilità!! Ingiusto? Io lascerei fare a Dio che è l’unico vero giusto.