Ci sono ben tre inviti nel Vangelo di oggi. Il re deve ammettere di aver fallito. Si accorge di non essere amato. Se uno di noi organizza una festa di compleanno e invita alcuni amici e tutti, proprio tutti, non si presentano…sicuramente oltre a rimanerci male, si pone qualche domanda. Qui la situazione è capovolta! Dio – che si meriterebbe tutto il nostro amore – è rifiutato proprio da chi ha bisogno della sua salvezza.
Parabola anche contraddittoria – se volete – nella esigente richiesta di indossare l’abito nuziale da parte di chi non aveva minimamente intenzione di andare ad una festa. Anche no! Come poteva saperlo? È stato costretto ad entrare nella sala della vita. Lui mica ci voleva andare…
Il significato della pagina odierna potrebbe essere questo. Dio vuole salvare proprio tutti. Anche gli ostinati che vorrebbero autoescludersi dal suo disegno d’amore. Fra l’altro Lui non va in cerca di persone perfette, sante! Di per sé non sa che farsene dei sani e dei santi. Non hanno bisogno del medico e del perdono. Dio semmai desidera uomini e donne incamminati, stanchi, affaticati, oppressi, peccatori… persone scalcagnate, ma che non si sono mai fermate di camminare! Il paradiso non può che essere di peccatori perdonati, di gente come noi. Dobbiamo capovolgere la prospettiva. Ce l’ha insegnata Gesù quando ha indossato il grembiule preparando la festa di Pasqua. Noi dobbiamo solo lasciarlo fare. Venite alla mia festa! Solo così sarò Dio, il vivandiere, il cuoco… Sta scritto: “Il re entrò nella sala…”
Quando pensiamo Dio, lo pensiamo sull’iperuranio! Non è forse vero? Lontanissimo…separato, sul suo trono di gloria, e invece è dentro la sala della vita, in questa sala del mondo, è qui con noi. È uno a cui piace ballare con chi è in festa, soffrire con chi è nel pianto. È dentro. Non ai margini.