È sorprendente Gesù. Formalmente rispettoso della legge umana, ma in realtà simpatizzante per chi ascolta il proprio cuore aperto alla grandezza di Dio! E per di più non le manda a dire: coloro che lo ascoltano capiscono che parla di loro. Un lebbroso e per di più straniero è meglio di loro davanti a Dio!!! Ma come si permette questo rabbi? Cosa si crede di essere. Ironia grande perché Gesù in realtà adempie la legge e lo fa con tutto il cuore! Loro no. Infatti, manda i lebbrosi “a presentarsi ai sacerdoti”, i funzionari incaricati di riconoscere la guarigione e reinserire nella comunità la persona liberata dalla lebbra. E i dieci, “mentre andavano, furono purificati”. Devono lasciare il villaggio e mettersi in cammino per trovare la liberazione, che è offerta a tutti. Sembra quasi di capire che è il cammino a salvarci! Già se uno si mette in cammino, è già salvo…
Però solo “uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo”. Uno su dieci. Come i fedeli di san Gerardo, quelli che vengono a messa a ringraziare intendo. Qui per più è straniero. E presto le nostre chiese saranno significativamente piene di cattolici non italiani, non monzesi!!
Solo “un samaritano” è capace di tornare indietro e dare la sua adesione a Gesù, riconoscendolo come la manifestazione della misericordia di Dio, che senza suo merito lo ha liberato dalla lebbra e dall’emarginazione. In quel samaritano che torna indietro c’è il ricordo della comunità samaritana che aveva accolto il vangelo. Dai samaritani, quel popolo escluso, considerato eterodosso e infedele, nasce la fede.
Dobbiamo accettarlo: Gesù non nasconde la sua tristezza per gli altri nove. Si sono dimenticati in fretta del Salvatore. Sono perduti nel tempio, alla ricerca dei sacerdoti. Non si sono liberati dal giogo della Legge e da una falsa concezione di Dio. Forse avranno anche preferito non raccontare chi li aveva purificati. Perciò, solo questo straniero, che è stato capace di gratitudine, può udire l’invito più incoraggiante: “Alzati e va’, la tua fede ti ha salvato”. La guarigione completa è l’apertura alla fede, un cuore grato che rende possibile la sequela di Gesù e l’impegno per il Regno.


