Lo zelo del Signore

zelo

Quando gli ebrei mettono a bollire dell’acqua, per riprodurre il suono del gorgoglio dell’acqua usano il termine che oggi viene tradotto con “zelo”: ζῆλος. Ha un non so che di onomatopeico. È come se Gesù friggesse, cominciasse a fremere, a bollire come una pentola sul fuoco, ad essere in subbuglio, si lascia prendere dalla passione, da un entusiasmo profetico, oserei dire divino.

In sintesi il verbo a cui si fa riferimento potrebbe essere “bollire in spirito”! La chiara allusione è al credente (si cita Isaia) che mostra il desiderio di servire il Signore con tutto il cuore, con tutta l’anima. Indica colui che si dedica completamente a Dio.

Il senso biblico di questo episodio dunque dove Gesù eccede e si mette a frustare chiunque gli capiti a tiro comunica quella passione bruciante di chi si accende straordinariamente guidato dallo spirito profetico, abbastanza caldo da bollire!

Oggi diremmo come una pentola a pressione che esplode. Non riesce più a contenersi! E fin qui la scena è nota. Ma la seconda parte è più sibillina: “Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo”.

Pare si faccia riferimento alla Risurrezione come fonte della autorità con cui Cristo si permette di fare e dire…e Giovanni esplicita che solo alla luce dello Spirito del Risorto si riuscirà a capire il messaggio evangelico.

Per ora, pesa quel laconico: Gesù non si fidava di loro…

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Don Massimo

Parroco della Parrocchia di San Gerardo al Corpo

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